Via Vitruvio all’ora di pranzo.
Un signore anziano sull’ottantina con un collare, un cerotto sul naso e qualche
acciacco è seduto sui tradizionali “tubi” di fronte a Piazza Vittoria. Il corso
non è molto popolato data l’ora e il vecchietto cerca invano di attirare
l’attenzione di qualche passante.
Tutti sembrano ignorarlo, passano
avanti o si girano e non si fermano. Il primo pensiero è che sia un
malintenzionato, qualche venditore ambulante, un malato mentale. Un po’ di
timore, pregiudizio e non curanza. la prima tentazione è quella di filarsela.
Il malcapitato signore non voleva
altro che un aiuto per comporre un numero di telefono gelosamente conservato su
un’agendina dalle pagine stropicciate.
Due ausiliari delle strisce blu
parlottano tra loro a Piazza Municipio: “Noi continuiamo a lavorare serenamente
e vediamo che succede”.
In questa campagna elettorale
formiana permanente, la caccia alla persona è diventato lo sport preferito.
Dopo essere stata resa pubblica dalla stampa la lista dei raccomandati e dei
committenti delle assunzioni alla Formia Servizi, il corri il corri alla
scoperta dei nomi, del chi è stato entusiasmante per molti, un certo velo di
ironica soddisfazione ha animato altri, un grande sconforto gran parte dei
cittadini, finta sorpresa per alcuni. “Hai capito tu quello come ci è finito
là”, “Che figuraccia che hanno fatto”, “Sono contenta che finalmente si sappia
chi ha raccomandato. Così si imparano”, sentiamo dire nei bar in questi giorni.
Scoprire chi ha raccomandato chi,
come se fosse la grande novità del secolo, aiuta l’opinione pubblica della
filosofia “è colpa di” a puntare il dito, ad esprimere un giudizio. Non importa
più il sistema clientelare, la mala gestione, lo sperpero di denaro pubblico
dimostrato dalle indagini e dai giornalisti ma sapere chi e come è un
raccomandato.
Nella città e nella società che
vorrei mi piacerebbe che quel signore seduto sui tubi mentre cerca di comporre
il numero di telefono sia importante e degno di nota come i raccomandati della
Formia Servizi.
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