Per chi ancora non lo avesse letto, questo il mio editoriale dello scorso numero di Forum: http://www.forumnews.it/?p=11467
Ho trascorso la mia settimana sommersa dalle domande di conoscenti, cittadini, amici e parenti: “ma chi è?”, “ma quale è la pizzeria?”, “ma chi è stato?”, “ma dovevi scrivere il nome!”. Tante sono state le critiche, i giudizi, i pensieri che ho avuto modo di sentire e di leggere e alla fine da tutte le diverse reazioni tante sono le cose che ho imparato e che sento di condividere senza vena polemica e con molta serenità:
- viviamo nella società della caccia al colpevole, in cui l’importante, al di là di quello che è successo, è individuare un responsabile, una persona da far sedere al tavolo degli imputati. Qualora avessi scritto il nome e cognome dell’interessato cosa sarebbe cambiato? Avrebbe fatto una figuraccia, sarebbe stato deriso ed umiliato e poi? E’ il comportamento, l’atteggiamento, il modo di fare, la filosofia, il fatto che va condannato, umiliato e mortificato. Tutti erano troppo presi dal capire chi fosse in un clima non così sereno e non adatto ad una discussione costruttiva. Il gossip non ci interessa, la caccia alla strega e agli stregoni neanche. Pongo io a voi lettori una precisa domanda: visto che “il chi” interessa così tanto perché NESSUNO ha mai scritto o chiesto, anche in forma privata, chi fosse il disabile che non può prendere i mezzi pubblici che ci sta accompagnando in questa battaglia: http://www.forumnews.it/?p=11022? In questo caso nome e cognome, omessi per solo motivo di privacy come richiesto dalla famiglia, non sono così interessanti? Ho imparato che sono alcuni “chi” interessano alla gente.
- Negli ultimi tempi mi sono occupata di barriere architettoniche, della sanità nel sud pontino, delle politiche giovanili, della necessità di una programmazione culturale, di turismo e di sociale. Visto che molti hanno giudicato lo scritto ridicolo, perché gli altri articoli non hanno meritato altrettante 345 condivisioni? Non sono forse degni dei vostri commenti e delle vostre opinioni? Ho imparato che solo alcuni “cosa” interessano alla gente.
- Se, secondo il luogo comune molto di moda in questo periodo, “il giornalista scrive quello che vuole scrivere” è anche vero che “il lettore legge quello che vuole leggere”. Se l’italiano non è un’opinione “uno del Palazzo” non identifica necessariamente un amministratore o un politico. Potrebbe essere un funzionario, un dipendente, un dirigente. Alle forze di opposizione che hanno strumentalizzato l’editoriale a dimostrazione della corruzione dell’attuale forza politica al governo dico di poter essere tranquilli perché non si tratta di un politico mentre alle forze di maggioranza che erano alla ricerca della pecora nera raccomando la medesima tranquillità. Dai tanti cittadini che hanno dato per scontato che si trattasse di un amministratore deduco che la fiducia e la stima nei confronti delle istituzioni è a dir poco scarsa. Ho imparato che il “come” può alterare molto la realtà.
- Domanda: chi di voi non è mai salito su un mezzo pubblico senza biglietto? Chi non ha mai detto anche solo una bugia per essere tranquillo? Chi non ha scambiato il numeretto in fila alla posta? Chi non hai mai approfittato di qualche amicizia particolare per un piacere, un favore? Nessuno è santo e può salire sul carro dei giusti. Se a passarmi davanti nella fila e a non pagare fosse stato un cittadino “non appartenente al Palazzo” il mio editoriale sarebbe stato lo stesso ma voi, cari lettori, sareste stati altrettanto agguerriti e numerosi? Vi sarebbe interessato allo stesso modo? Spero vivamente di si. Ho imparato che il “dove” fa la differenza.
- Un’ultima considerazione la voglio dedicare agli adulti che hanno commentato la mia giovane età. Tutti i giovani, tranne due, che mi hanno incontrato e mi hanno espresso la loro opinione sull’editoriale non mi hanno chiesto, a differenza degli adulti, “il chi”, non erano interessati al pettegolezzo dell’anno ma erano semplicemente schifati dal comune modo di fare. Sarà un caso?
- Spero che questo mio editoriale abbia lo stesso spropositato numero di condivisioni del precedente, almeno per coerenza … Ringrazio per tutte le lezioni di giornalismo che mi sono state date in questa settimana, per le opinioni divergenti, i commenti e l’attenzione.
Simona, 24 anni, giornalista inesperta e poco coraggiosa (e scusate se è poco!)
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