LA CRISI DEL 1989




Sono nata il 12 Novembre del 1989. Da piccola sono cresciuta con Mila e Shiro, Lady Oscar e Piccoli problemi di cuore. Mi guardavo intorno: i bambini si scambiavano le figurine, nelle frasi delle elementari scrivevamo come le mamme erano felici nell’imbandire le tavole e i papà il sabato e la domenica mettevano il profumo per andare a messa o in pineta. Guardavo con ammirazione i ragazzi, i giovani che una volta finito di lavorare vai con il gel e via con la discoteca. Vespe truccate anni ’60, sano divertimento e il campeggio estivo con gli amici. “Un giorno lo avrei fatto anche io”, pensavo. Arriva l’adolescenza, la fine degli anni ’90 quando mio fratello vedeva i Pokemon e i Digimon, Dragon ball nelle varie serie e nelle infinite repliche, arriva il cellulare, il Nokia 3310 rigorosamente in bianco e nero e solo a 14 anni compiuti. La mamma comincia ad essere più triste perché non ha tempo di cucinare, i papà sono più stressati e depressi, i giovani invece di ballare iniziano a mettere le radici in piazza, ad andare al Nord, a fumare, ad esplorare il mondo degli stupefacenti, le famiglie si sfasciano e nei temi dei bambini appare la parola “divorzio”. La vicina di casa muore di tumore e l’Italia non ha più un governo. Passano gli anni, arriva il 2000, non c’è la fine del mondo ma le guerre, il Paese a rotoli, riforme scolastiche senza criteri, precariato, crisi politica ed economica ed io che sono nata il 12 novembre del 1989 mi rendo conto che se mio nonno ha potuto raccontarmi la guerra e la ricostruzione, il fascismo e la resistenza noi potremmo raccontare la crisi, una società che è cambiata mentre la stavamo vivendo. Sono nata il 12 Novembre del 1989 quando l’oasi era felice, ora mi piace ricordarla, raccontarla, sperarla, sapere che c’è ancora chi ama le vespe truccate anni ’60, mettere il gel e andare là dove il cielo è sempre più blu.



Nessun commento:

Posta un commento