OLTRE


Sorriso naturale e permanente, borsa a tracolla, sciarpa arcobaleno, forza da vendere, impegno e responsabilità che scorrono nelle vene, speranza da dispensare. Così Suor Giaretta si presenta nella sala S.Probo gremita della Chiesa di S.Erasmo in occasione dell’incontro “Oltre la strada la speranza” organizzato l’8 Marzo dal Presidio Libera di Formia e dall’Azione Cattolica di S.Erasmo.
Ex infermiera e sindacalista, si è trasferita dal Nord al Sud, precisamente a Caserta, dove il recupero delle donne dalla strada è diventata la sua missione, nel 1995 con le sue consorelle fonda Casa Ruth, una casa di accoglienza per donne e bambini vittime di violenza e della tratta “delle strade”.
E’ da quel momento che la parola “oltre” è diventato il filo rosso, l’ago nel pagliaio, la goccia nel mare, la perla preziosa della sua vita/missione. Oltre il pregiudizio, oltre le difficoltà di un territorio ostile e malavitoso, oltre i gesti quotidiani che a Casa Ruth diventano straordinari, oltre lo sterile fenomeno dei luoghi comuni di prostitute e non prostituite, oltre l’ignoranza di nove milioni di maschi che in Italia ricercano sesso a pagamento, oltre al silenzio di un sociale assistenziale che si incontra ma non si attiva, oltre alla mala politica dei nuovi palazzi di Erode che deturpa l’immagine della donna, che rende un diritto un favore.
Una frase riecheggia nella sala: “e voi da che parte state?”. Una scossa sembra far tramare il pubblico. Chi oggi ci chiede da che parte stiamo? Un partito che ti invita a fare la tessera, un politico che ti chiede il voto, un amico che vuole sapere che squadra tifi.
Martina aveva 18 anni quando le forze dell’ordine la portarono a Casa Ruth. Credeva di essere arrivata in una sorta di convento, destinata a diventare una suora. Martina portava sul suo corpo il peso e i segni non dell’essere una prostituta ma una prostituita. Nel suo grembo un bambino di un padre sconosciuto attendeva la vita. Rabbia, paura, confusione, disorientamento.
Oggi Martina ha un compagno conosciuto a Casa Ruth, è una mamma felice e Presidente della Cooperativa neWhope specializzata in tessuti, borse e indumenti africani nata come costola della struttura di accoglienza.
Martina come Fatima, Irina e così tutte le 260 ragazze salvate da Casa Ruth sono riuscite ad andare oltre. Arrivate in Italia con false illusioni, sfruttate sulla strada hanno perso la loro dignità di donne, la loro dignità di persone. Arrivate a Casa Ruth hanno trovato accoglienza, assistenza, conforto, opportunità, speranza. Oltre la strada la speranza.
E’ alto il rischio di scrivere banalità parlando di Suor Rita, delle sue consorelle e delle loro attività ma più che mai la sindacalista di Dio arriva alla concretezza: un grembiule del servizio da far indossare ai politici, pannolini o omogeneizzati per crescere i bambini, due macchine da cucire industriali per dare occupazione a donne che non hanno mai assaporato la bellezza del lavoro sano, un mazzo di fiori per rendere una casa accoglienza, gesti concreti e le parole giuste per combattere la camorra senza combattere ma togliendogli il pane. Serve altro?
E’ così che negli occhi delle persone che la ascoltano con qualche viso rigato dalle lacrime, tra stupore e ammirazione nasce una luce di speranza, quella speranza che è incanto della vita, quella speranza che solo testimoni così concreti possono trasmettere.
Sant’Agostino diceva: “la speranza ha due bei figli: la rabbia e il coraggio. La rabbia nel vedere come vanno le cose. Il coraggio di vedere come dovrebbero andare”. Suor Rita ha davvero saputo trasformare la sua rabbia in coraggio. E tu da che parte stai? Inizia a camminare verso l’oltre.



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