Feste di Natale: una passeggiata tra i mercatini e le “botteghe
itineranti” è d’obbligo. Qualche chiacchiera scambiata e ti si apre un
mondo: un mestiere frutto della semplice fantasia e creatività,
itinerante e soprattutto intergenerazionale. Ceramica, acciaio,
conchiglie, legno, lana, stoffa e chi più ne ha ne metta. Un
investimento per la “materia prima” e poi si comincia l’arte. “Sono
circa 50 anni che creo collane e bracciali. Sono vissuto per 25 anni in
Argentina, poi sono venuto in Italia per continuare il mestiere e sono
fiero di dire, nonostante le difficoltà che campo di questo. Ogni giorno
un mercato diverso e clientela fissa”, ci racconta un artigiano
incontrato in un mercatino natalizio come i tanti che si stanno
organizzando nelle nostre zone. “Ho incontrato la ceramica dopo la
pensione, all’inizio non mi piaceva neanche poi ho scoperto di poterla
maneggiare e ho iniziato con il mio laboratorio. Chi mi ha conosciuto
non mi molla”, spiega una signora con un simpatico cerchietto natalizio.
C’è chi laurea in tasca porta avanti una passione diventata quasi
mestiere: “ tutto è iniziato da un foulard che poi è diventato borsa. Ho
esposto a Gaeta, a Roma e poi non ho smesso. Sono laureata in scienze
politiche, faccio pratica per la consulente per il lavoro e la
formatrice ma questa è la passione che, alla fine, mi dà da mangiare”,
ci dice Paola Scarpellino in arte Lady Creazioni che realizza splendidi
capi tutti con stoffa italiana. Giovani e meno giovani accomunati da
creazioni originali e fatte a meno: “sono la perla bianca del mercato” –
ci dicono – “sanno che venendo da me sono sicuri”. Chi l’ha scoperto
solo dopo, chi ha manualità tramandata, è in ogni caso un settore della
nostra economia che non è rimasto fermo a Giuseppe il falegname o a
Geppetto il burattinaio. Materiali nuovi, inventiva e strategia di
marketing “artigianali” rendono vivo un giro non indifferente tra mille
difficoltà. Alcuni spiegano che tra l’acquisto dei materiale e il tempo
della lavorazione poco resta all’artigiano e la burocrazia non facilita:
“avere oggi un posto al mercato è una lotta continua. Addirittura per
il mercato di Formia del giovedì sono il settantacinquesimo in lista
d’attesa”, spiega Francesco. “Molti purtroppo pensano che le mie spese
siano minime realizzando tutto con carta riciclata ma la mano d’opera è
tantissima”, ci dice Anna davanti al suo tavolo di collane, lampade e
sculture realizzate con quanto noi siamo abituati a gettare nel cestino.
C’è chi gira con zaino e valigette tutta Italia per promuovere e
vendere le proprie creazioni: partono dalle nostre zone e dai loro
laboratori per riportare in voga il made in Italy. Un patrimonio che non
si può lasciare, un mondo da conoscere ed esplorare, un’economia da far
girare.
Pubblicato su www.forumnews.it
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