ODONTOIATRIA: IL TAR ACCOGLIE IL RICORSO MA IL REPARTO RIMANE CHIUSO


Gabriele è un bambino disabile di otto anni con un viso dolce ma nello stesso tempo molto vispo. Suo padre si chiama Francesco e insieme si dirigono nei primi giorni di luglio presso il reparto odontoiatrico dell’ospedale di Gaeta. Il dott. Scipione visita il piccolo Gabriele ma è troppo “vispo”: prescrive che il suo paziente non è collaborativo, è necessaria un’anestesia generale perché si possa procedere all’operazione. Papà Francesco si rivolge al CUP per la prenotazione ma allo sportello gli dicono che il reparto odontoiatrico ha chiuso e non è possibile effettuare nessuna operazione. Non contento l’utente mette nero su bianco e fa reclamo, la risposta è sempre negativa: il reparto ha davvero chiuso. E’ così che da Luglio Gabriele non riceve assistenza ed è ancora in attesa di essere curato. Questa una delle tante storie che girano attorno alla chiusura, da alcuni smentita ma provata dalla lettera della stessa Asl, del reparto odontoiatrico di Gaeta. Come vi abbiamo già raccontato (http://www.forumnews.it/?p=2691) la Regione Lazio con una delibera del 3 Luglio scorso ordinava la chiusura; da lì la presa di posizione e la battaglia legale guidata dall’Avv. Marco Tomassi (in foto) di alcuni utenti del servizio e di numerose associazioni che assistono diversamente abili. E’ notizia di questa settimana che il TAR ha accolto il ricorso e sospeso la delibera regionale: il reparto deve essere riaperto. Viene a questo punto da pensare ad un lieto fine, al trionfo della giustizia, ad una tempestiva risoluzione ed invece le porte del reparto continuano a rimanere chiuse mentre le forze politiche tacciono e l’Asl è latitante. E quindi? “Noi abbiamo provveduto a notificare l’ordinanza alla Asl ma ancora non abbiamo ricevuto nessun riscontro. Non riusciamo a capire come mai l’Asl stessa va contro i suoi pazienti. C’è una totale indifferenza. I mezzi giuridici per andare ancora più a fondo ci sono ma i tempi sono lunghi e qui abbiamo a che fare con pazienti disabili non collaborativi che hanno bisogno di cure. Stiamo parlando di disabili gravi abbandonati a sé stessi”, spiega Tomassi. Il 3 Luglio fu votata la delibera, il 7 Luglio la chiusura: come mai la stessa velocità non si sta dimostrando nella riapertura? Il tempo passa e l’accusa di interruzione di servizio pubblico si aggrava ancor più se teniamo conto che l’assistenza odontoiatrica per disabili rientra nei livelli essenziali di assistenza. In sostanza per legge può essere non garantita per un normo dotato ma obbligatoria nel caso di diversamente abili. Eppure in tutta questa storia, ci spiega il legale, c’è un unico aspetto che sembrerebbe appartentemente giovarne. Il piano regionale prevede effettivamente un sostanzioso investimento nel settore odontoiatrico del nostro polo che prima veniva diviso al 50% tra il reparto e l’odontoambulanza. Ad oggi con la chiusura del reparto tutti i finanziamenti ricadono sulla odontoambulanza gestita da un’associazione senza scopo di lucro che gioca sui rimborsi e non è obbligata a rendicontazione. “Ci sono alcuni profili non chiari e cristallini in questa storia. L’odontoambulanza tra l’altro può fare solo prevenzione senza somministrare cure figurati se può fare operazioni come quella di cui necessita Gabriele”, dichiara l’avvocato. A questo punto il paradosso è più che evidente: anche quando la giustizia fa il suo corso i problemi sembrano non risolversi, se oggi neanche più il TAR sembra avere voce in capitolo la situazione è davvero triste. E continuiamo a domandarci: perché? La speranza è che Gabriele con il suo volto dolce e vispo e il suo papà Francesco possano di nuovo sedersi sul lettino dello studio del Prof. Scipione e ricevere tutte le cure che per legge gli spettano.

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