IL PERCHE’ DELLE NOTTI DI CICERONE: QUANDO LA POLITICA SERVE LA CULTURA


Senza la politica non si fa niente. Possiamo appellarci a qualsiasi ideale, principio storico o “dogma” ma la realtà parla e canta. E’ così sbagliato? Dipende dai punti di vista e dipende dal perché. Ogni qual volta devo prendere una decisione, valutare ed esprimere un’opinione mi hanno insegnato a prendere carta e penna, dividere il foglio a metà e iniziare la margherita dei pro e dei contro. Mai come in questa quarta edizione delle Notti di Cicerone le polemiche hanno fatto da padrone: somme spropositate, irregolarità nell’emissione dei finanziamenti, legami con la politica, violazioni del codice della strada. Dalle pagine dei giornali e dei blog del golfo alla serata di venerdì sera con i fischi al sindaco Michele Forte prima dell’accensione della fiaccola olimpica che avrebbe dato il via alla rievocazione storica e alla tre giorni del festival della storia antica. Il perché? Lo sanno i cittadini, lo sa chi vive Formia, lo sa evidentemente chi ha fischiato. Tra il primo cittadino che rivendica la paternità della manifestazione e l’assessore alla cultura La Mura infastidito per l’ingratitudine della sua cittadinanza metterei Corrado Augias che nomina “un assessore” senza ricordarsi il nome e senza darci troppo peso, che risponde “sono venuto per voi, per stare qua, per dirvi qualcosa su Cicerone” ad un tale che lo ha pregato vivamente di non presentarsi. Già questo la dice lunga sull’organizzazione delle Notti di Cicerone ma procediamo con i pro e i contro. Ho visto per la prima volta miei concittadini capire di avere un patrimonio, ho visto una signora di 80 anni avventurarsi nel cisternone romano, ho visto un battello scomparire nel fiume di gente a mo’ di gommone profughi aggirarsi per il golfo, giovani con una maglietta blu sentirsi parte di un progetto che li rende protagonisti, professionisti, studenti laureati in scienze umanistiche non discriminati per essere topi da biblioteca senza futuro ma attivi nella loro professionalità e attività, bambini non sbadigliare davanti al mondo antico, ho assistito ad una musica nel linguaggio dei sordo-muti, associazioni e persone come noi offrirsi come volontari nell’epoca del dio denaro, ho ammirato una coppia inglese che non smetteva di esclamare “beautiful” davanti al nostro mare. Questi alcuni dei pro di questi tre giorni del quarto anno delle Notti di Cicerone. E se i contro sono la scarsa preparazione di alcuni apprendisti Cicerone, l’indubbia vetrina politica e il mancato posto a sedere a Largo Paone quale è il problema? Dopo l’ attacca l’asino dove vuole il padrone c’è la passione che anima, gente che partecipa, associazioni e volontari che scendono in campo. Ecco il paradosso della nostra società: non si fa nulla e tutto è sprecato, non valorizzato, ignorato, si mette su tra tanti sforzi una manifestazione che dati alla mano porta mila e mila persone ad interessarsi ad arte e cultura, che fa da volano all’economica insonnolita del territorio e diventa fuori legge, inaudita, una pagliacciata. Non siamo nella teoria che il fine giustifica i mezzi ma ce lo ha dimostrato Augias, ce lo ha dimostrato ancor più Sparagna, l’anno scorso Ranucci, ce lo dimostrano i fratelli Campino, la stessa cittadinanza che le Notti di Cicerone non sono e non dovranno essere una bandiera politica. Quando la politica “serve” la cultura allora serve. Quando la politica si serve della cultura inizia a riempirsi la colonna dei contro. Ci auguriamo che nelle prossime elezioni “Le Notti di Cicerone” non siano uno spot, un asso nella manica da giocare così come le associazioni culturali, le compagnie teatrali e ciò che gira attorno al mondo culturale ma un momento per riconfermare che davvero la cultura non ha colore. Perché le Notti di Cicerone? Perché hanno dimostrato che la cultura si può fare collaborando, vuoi o non vuoi, con la politica seriamente senza sviolinate, elogi e faziosità. Si ai dovuti ringraziamenti che potevano essere tanto ad un’amministrazione di sinistra se ci fosse stata la sinistra a governare la città sia di destra o centro se c’è la destra o il centro al palazzo comunale. Non sono solo soldi: dipendenti coinvolti direttamente nell’organizzazione e nella logistica, impiegati e responsabili dei siti chiamati a non riscaldare solo la sedia. Anche questa è politica, anche queste sono le Notti di Cicerone. I cittadini, come hanno dimostrato, non collegano il festival all’assessore regionale di turno perché dovrebbe farlo la politica?

Nessun commento:

Posta un commento