CASTELLONE: BORGO STORICO GLOBALIZZATO


L’Arce, poi medievale Castellone, fu luogo di insediamento dei primi abitanti, degli Aurunci e dei Volsci. Centro storico e antico borgo, terra di contadini, dalle viuzze caratteristiche sormontate dalla torre che sovrasta la piazza centrale. Passano i secoli e quello che fu il ritrovo dei primi abitanti diventa l’insediamento dei nuovi cittadini della società globalizzata multietnica. “ Di formiano formiano a Castellone non è rimasto nessuno”, così ci dicono gli abitanti ancora “veraci” del quartiere. Negli ultimi due anni, soprattutto, l’antico borgo è stato popolato da gruppi di origine albanese e rumena. Una vera e propria concentrazione di cui è facile accorgersi semplicemente facendosi un giro nel locali in piazza. “Anche prima c’erano ma forse abitavano altrove e non ce ne accorgevamo. Magari è venuta una famiglia poi si è sparsa la voce ed è diventata quasi una colonia”, ci dicono tra le strade del quartiere. Sette del pomeriggio, piazzetta Iqbal Masih un ragazzo di diciassette anni viene colpito alla testa con una chiave inglese da un suo coetaneo albanese per uno screzio amoroso: faceva il casca morto con una ragazza del suo gruppo. Decine e decine di signore attirate dall’auto delle forze dell’ordine si informano sull’accaduto e commentano: “ormai a Castellone comandano loro, ci sono rimasti loro”. Ovviamente a colpire con la chiave inglese poteva esserci un romeno, un italiano o un arabao; non parliamo di razzismo ma di un problema sociale di integrazione che in una società multietnica e globalizzata come quella italiana Formia deve affrontare. “Abitano qui probabilmente in affitto, in dieci persone per appartamento, lasciano i bambini per strada a giocare perché giustamente lavorano e non sanno a chi affidarli”, ci raccontano. Addirittura le celebrazioni feriali vespertine della Chiesa di S.Erasmo sembrano contare sempre meno presenze dal momento che la maggior parte della popolazione del quartiere di riferimento è costituita da popolazioni di altra religione. “E’ verissimo che sono venuti ad abitare qui un sacco di albanesi. La sera quando torno a casa ho paura di camminare per i vicoli”, ci spiega una ragazza di sedici anni. Altro dato interessante sembra essere costituito dalla collocazione geografica e la struttura urbanistica. Prima abitare nel centro storico, a pochi passi dal mare, nel cuore della città era il massimo oggi, invece, è diventato un fattore discriminante. “Castellone è piena di extracomunitari perché le case sono vecchie e piccole, scomode e difficili da raggiungere date le scale e le salite”. La forte concentrazione di cittadini stranieri ha fatto sì che si creino gruppi, si sostengano a vicenda senza integrarsi a pieno nel tessuto della popolazione. Forti della nazionalità di appartenenza si fatica a trovare un giusto equilibrio: così il fenomeno sociale diventa un problema di sicurezza. Così il fenomeno sociale diventa chiacchiericcio tra gli anziani che ancora popolano il quartiere nostalgici delle antiche origini e restii all’accoglienza, il fenomeno sociale diventa atto vandalico di chi si sente ospite e in dovere di fare quello che vuole, paura e silenzio, vecchie generazioni italiane e formiane inside che si trovano a convivere balcone a balcone, porta a porta, pianerottolo a pianerottolo con giovani famiglie, magari anche numerose, che neanche parlano la loro lingua. Integrazione impossibile?

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