Articolo pubblicato su www.forumnews.it il 27/06/2012
“Si può a ragione rimproverare all’uomo di essere cieco davanti a simili coincidenze nella vita di ogni giorno, e di privare così la propria vita della dimensione di bellezza”.
(M. Kundera)
Li vedo parlare su un palco fatto di assi di legno allestito davanti ad una scuola elementare di Monte San Biagio, si tengono la mano ed emozionati raccontano al pubblico la loro storia, non incredibile, non eroica, non da scoop ma la loro storia, vera e sincera, la storia di chi ha messo da parte ogni cecità. Una storia fatta di coincidenze che hanno fatto scoprire ai nostri amici la loro speciale dimensione di bellezza. Tra il pubblico un bambino più colorato degli altri si fa notare, corre e gioca. La nostra coppia e il nostro bambino hanno qualcosa in comune: non il sangue ma l’amore. Così ho conosciuto Viviana, Arcangelo e Timotè Di Cola: il ritratto di una famiglia vera, il ritratto di chi ha fatto delle coincidenze una realtà. Viviana e Arcangelo sono una delle 25906 che secondo la Commissione per le adozioni internazionali hanno chiesto l’ingresso in Italia di minori stranieri, Timotè è uno dei 4310 bambini adottati dalle coppie italiane nel 2010. Nel Settembre del 2008 inizia il loro percorso verso la dimensione di bellezza quando avviano le pratiche di adozione internazionale presso il Tribunale di Roma. Nel 2009 la loro coppia viene considerata idonea.
“Ci siamo subito adoperati per trovare un’agenzia che potesse aiutarci per un’adozione internazionale, in particolare dall’Africa ma ce ne sono davvero poche affidabili, per il continente nero ancora di meno”. Destinazione Torino, burocrazia e pratiche. A Giugno del 2009 arriva Timotè, l’idea di un Timotè, di un bambino da abbracciare, di un sogno da coronare, di una famiglia da “completare”, di una cameretta da riempire, di un terzo spazzolino più piccolo da aggiungere nel bagno, di qualcuno da accompagnare a scuola, di qualcuno da chiamare “figlio”, di chi “non ha il tuo stesso sangue ma quando lo abbracci è già tuo figlio”. E’ maschio, è africano, ha 4 anni, è sano e sole 24 ore per decidere se accogliere la nuova dimensione di bellezza o meno. Ne bastano 3 o 4 perché Arcangelo e Viviana accettino di diventare mamma e papà ma hanno dovuto aspettare un anno di incertezze e di timore prima di poter conoscere quel bambino dal sorriso vispo fino a quel momento solo immaginato attraverso due fotografie. Un destino già scritto o una coincidenza che aspettava solo di essere vissuta, accettata e trasformata in bellezza: nel 1991 Viviana ed Arcangelo si sorpresero quando durante la GMG in Polonia conobbero una coppia che dopo due figli naturali in un periodo in cui non era così usuale avevano deciso di adottare un bambino di colore, dal 2004 Viviana ed Arcangelo hanno l’opportunità di avere in affidamento durante i mesi estivi, le feste di Natale e di Pasqua Morris, un ragazzo del Ghana entrato ormai a far parte della vera e sincera famiglia. Se alcune coincidenze possono essere considerate casualità e fatalità, altre possono segnare: Timotè è nato l’11 Novembre e la mamma di Arcangelo è venuta a mancare l’11 Novembre. Un bambino venuto da lontano, dal continente nero a scaldare una casa, un letto e due cuori riporta la vita in un giorno di morte. Oggi Viviana e Arcangelo collaborano con i servizi sociali di Terracina come testimoni per le coppie che hanno fatto richiesta di adozione: “diciamo di mettere da parte la mette e mandare avanti il cuore”. Oggi Viviana ed Arcangelo hanno presentato una seconda domanda di adozione al di là delle umilianti e massacranti ma necessarie pratiche. Viviana, Arcangelo, Timotè e Morris: la dimensione di vera bellezza.
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