VITA DA CANI


Il fenomeno del randagismo nel golfo.


Simona Gionta

Circa quattrocento cani presso il canile di Gaeta, circa quattrocento cani presso il canile di Itri, più di duecento raccolti, curati e dati in affidamento dal 2003 ad oggi dall’associazione ADA (Associazione difesa degli animali) di Gaeta, da agosto dieci cucciolate di minimo cinque animali ciascuna sono state sistemate, migliaia e migliaia di euro spesi dalle istituzioni per i canili: questi solo alcuni numeri che descrivono la vita da cani nel nostro comprensorio. Una situazione sociale e civile del territorio che vede una mancanza di strutture, di spazi e di politiche intelligenti per arginare il fenomeno del randagismo. Basti pensare che Formia, nonostante i vari e progressivi spot elettorali da ogni parte politica, manca ancora di un canile e che le uniche strutture presenti effettive sono l’efficiente e ben gestito canile “Dog’s village” di Gaeta convenzionato con il comune e quello di Itri gestito dalla cooperativa sociale “Arteinsieme”. Giuseppina Coccoluto, la presidente dell’associazione ADA che dal 2003 con un centinaio di soci e dieci volontari operativi si occupa della sensibilizzazione sul problema del randagismo, la cura e l’affido di cani, ci aiuta a focalizzare meglio la questione: “Il randagismo è dovuto principalmente a molti proprietari che per soldi, pregiudizio, errato consiglio da parte di alcuni veterinari, per cattiva volontà non sterilizzano i loro amici a quattro zampe e abbandonano i cuccioli”. I cani così abbandonati, quando tutto va bene, vengono raccolti dalla strada e mandati in canile che spende al giorno per il loro sostentamento e le loro cure minimo 2,50 euro da moltiplicare per il sempre maggiore numero di animali che ospitano. In realtà l’ente comunale potrebbe risparmiare decine di migliaia di euro semplicemente attuando quanto prevede la legge. Secondo la normativa vigente è obbligatorio per i padroni dotare i propri cani di un microchip che renderebbe identificabili gli animali domestici. Inoltre, le istituzioni hanno il dovere di rafforzare i controlli e le sanzioni da parte dei vigili urbani in modo che i cittadini siano incentivati e portati al rispetto delle regole. “I controlli andrebbero fatti prima di tutto nelle campagne dove le femmine andrebbero sterilizzate e che, al contrario, continuano a proliferare intere cucciolate abbandonate dai contadini”, spiega la Coccoluto. Oltre al danno la beffa. Quando il cane arriva in canile non sa quanto tempo dovrà stare dietro le sbarre dato il complicato e lungo sistema di adozione (almeno 40 giorni di canile sanitario sono obbligatori) che non permette con facilità di portare a casa il proprio cucciolo e che determina il sovraffollamento della struttura. Il canile, come ci spiega la presidente dell’ADA, dovrebbe essere l’ultima sponda: “I comuni dovrebbero prevedere degli spazi dove i cani abbandonati possano essere accuditi giusto il tempo di trovare tramite il web e annunci un padrone affidabile”. Questo quanto l’associazione di Gaeta fa dal 2003 con un rifugio di accoglienza che ad oggi ospita 30 cani e viene mantenuto prevalentemente con le tasche dei volontari. L’associazione si muove in modo dinamico sul web per le adozioni grazie ad una fitta rete di contatti ma, udite udire, la maggior parte degli affidi avviene dalla Toscana in su dove i canili sono delle strutture accoglienti, esistono spazi rifugio e non lager. “Da Roma in giù c’è un’inciviltà paurosa: i padroni non sterilizzano i cuccioli e li abbandonano. Gli stessi volontari del Nord quando qualcuno si dimostra disponibile ad adottare lo dirottano verso il Sud perché in fin dei conti i loro cuccioli stanno bene nei loro spazi”. Non è finita. Se questa è la vita da cani, i gatti non se la passano meglio: nel nostro comprensorio è totalmente inesistente una struttura che li accolga e “non c’è neanche la volontà politica di realizzarla”, testimonia Giuseppina. In sostanza spendiamo di più e sprechiamo, i cani vengono abbandonati, non rispettiamo la legge, le nostre strade ospitano scene sicuramente non piacevoli, pecchiamo di inciviltà e danneggiamo i nostri amici a quattro zampe: che vita da cani!






Pubblicato su www.forumnews.it il 18/04/2012

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