Siamo bombardati dal luogo comune di una crescita 0, di una crisi economica che disincentiva a fare figli, di un calo smisurato delle famiglie numerose e di un tasso sempre più alto di migrazioni verso il Nord per motivi di lavoro. Eppure questo stereotipo sembra essere in parte smentito dai dati ISTAT sull’andamento demografico delle città del golfo fino al 2010. Cifre alla mano Minturno due anni fa aveva una popolazione di 19058 abitanti rispetto ai 17816 del 2001, Formia 37571 rispetto a 34895, Gaeta 21456 contro i 21141 del 2001. Leggendo questi numeri ogni scheletro esce dall’armadio e viene da tirare un sospiro di sollievo. Il nostro golfo sembra crescere senza che nessuno se ne accorga? Eppure tutti continuano a dire che non si fanno figli! A questo punto andiamo a vedere la situazione delle famiglie. Nel Comune di Minturno nel 2010 c’erano 7160 famiglie rispetto alle 6345 del 2001, a Formia 13774 contro 12204 , a Gaeta 8834 rispetto alle 7732 del passato. Con sorpresa e sconcerto constatiamo che addirittura le famiglie e, quindi, i coniugati sono aumentati. Ma come la crisi non aveva disincentivato i matrimoni? Il tasso di natalità ci conferma una stabilità generalizzata nei tre comuni ad eccezione della città di Gaeta che nel 2010 contava un numero di 225 morti rispetto a 151 nati per un saldo naturale di -74. A questo punto o siamo tutti veggenti e pessimisti o questi dati vanno interpretati. Abbiamo capito quale è la popolazione, abbiamo individuato le famiglie, quali fanno figli ma effettivamente chi abita nel nostro golfo? Le cifre della popolazione ad apertura di articolo dimostrano che anche il numero dei residenti è rimasto stabile o addirittura sensibilmente cresciuto. Allora dove sono finite le migrazioni al nord o nelle metropoli per motivi di lavoro? A Minturno il saldo migratorio è di sole -7 unità rispetto al 2009 mentre a Gaeta si parla di spostamenti più consistenti come -48 unità. Formia, addirittura, sembra non soffrire di spopolamento con +74 unità rispetto al 2009. Se incrociamo queste cifre con le indagini sulla qualità della vita oggetto di una ricerca dell’Università degli studi di Cassino si nota che in quel caso il 19,5% degli intervistati formiani denunciava un problema di spopolamento mentre ben il 48,5% dei cittadini gaetani. Da questo quadro possiamo immaginare che nel caso di Minturno e Formia l’eventuale spopolamento è compensato dal sempre maggior trasferimento nelle zone di cittadini campani mentre Gaeta soffre della generale condizione delle medie città prive, oltretutto, di una stazione ferroviaria che non favorisce il pendolarismo ed incentiva al trasferimento. In ogni caso va specificato che il tasso migratorio contempla soltanto i cambiamenti di residenza e non il caso del giovane studente universitario che dopo le superiori si trasferisce a Roma per studiare e poi ci rimane per lavoro ma non ha mai presentato domanda di cambiamento di residenza al suo comune di origine. Al di là di queste osservazioni, i numeri ci pongono davanti una situazione curiosa ed inaspettata, contro ogni pensiero comune: come interpretarli? Davanti a questa crescita stabile possiamo parlare di vera crescita? In cosa consiste una vera crescita?
Pubblicato su www.forumnews.it il 26/04/2012
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