COME VIVI? LA QUALITA' DELLA VITA NEL SUD PONTINO.
Pubblicato su www.forumnews.it il 15 Marzo.
Simona Gionta
Vi hanno mai chiesto come si vive dalle vostre parti? Vi è mai capitato di chiacchierare del più e del meno finendo a parlare nostalgicamente dell’epoca in cui nella vostra città non c’erano così tante auto? Pochi sanno che nel 2011 l’Università degli Studi di Cassino, in particolare il Dipartimento di Scienze umane e sociali, ha realizzato un ricerca interessante in 10 Comuni della Provincia di Latina: “La percezione della qualità della vita nei centri storici”. L’obiettivo fondamentale della ricerca era fornire i dati necessari all’amministrazione provinciale per conservare, proteggere e migliorare i centri storici nel loro complesso, mediante un equilibrato rapporto di valutazione delle risorse del territorio e della percezione degli abitanti. La ricerca ha cercato di individuare problematiche ed aspetti emergenti della residenzialità comunitaria somministrando telefonicamente ai cittadini un questionario di 47 domande a risposta multipla e attraverso dei focus group composti da rappresentanti delle diverse professioni preminenti sul territorio e dai membri delle associazioni. E’ interessante analizzare quanto emerso sulla qualità della vita nel nostro golfo secondo quanto, dato fondamentale, dichiarato dagli stessi cittadini. Come dimostrano i dati riportati in tabella i fattori critici sono collegati alla viabilità e alla manutenzione degli spazi facilmente collegabili alla questione ambientale e qualitativa. Dalla ricerca, in sintesi, risulta che i centri storici dell’area pontina e del Basso Lazio appaiono ai cittadini quartieri vivibili dove la qualità della vita e dei servizi è globalmente soddisfacente ma l’indagine approfondita rivela una “percezione inquieta dei residenti che si pongono domande specificatamente sul loro futuro alla luce di cambiamenti pervasivi che stanno interessando il territorio”: saremo in grado di conservare un sufficiente livello di benessere? Saremo capaci di scegliere una giusta via di sviluppo?
La principale criticità percepita è rappresentata dalla mancata valorizzazione a fini economici dei beni che sono stati recuperati. Il limite principale dell’attività turistica è la mancanza di un progetto strategico condiviso. Il settore del turismo risulta gravemente condizionato dall’assenza di una rete di trasporto efficiente ed articolata, la scarsa diversificazione dell’offerta e la mancanza di politiche di marketing efficaci in grado di assicurare un certo sbocco ai prodotti locali, i cui canali distributivi risultano, inoltre, essere fortemente penalizzati dalle pratiche aggressive della grande distribuzione. Perché non utilizzare le opinioni di chi vive il territorio per migliorarlo? Ma questa sembra sempre essere un’altra storia.
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